Opera da quando è passato in mano ai Cinesi non è più quello di un tempo. Ora presta anche soldi
Opera un tempo è stato il web browser tra i più popolari in assoluto per via della sua capacità di innovare ed introdurre tantissime novità che poi sono state copiate da altri browser. Dopo la vendita nel 2017 ai Cinesi, Opera non è stato più lo stesso.
L’unica features degna di nota degli ultimi periodi era la possibilità di attivare una VPN gratis era l’unica features accettabile degli ultimi periodi, ma ora c’è di più perché i numerosi milioni di dollari Cinesi stanno finendo in progetti molto discutibili, che non lascio spazio a futuri sviluppi di Opera.
E’ proprio la proprietà Cinese a spostare i milioni di dollari destinati allo sviluppo del browser, in creazione di app di prestito di denaro per Android. Le app sono OKash e OPesa in Kenya, CashBean in India e OPay in Nigeria, che permettono di ottenere soldi da restituire in un breve periodo. Proprio la continua emorragia di utenti verso Chrome ed altri browser, deve aver spinto la dirigenza a virare su altri profitti.
Non mancano le polemiche, poiché le app violano i termini del Play Store, con app che permettono il prestito di soldi non tra 91 e 365 giorni ma anche in periodi ristrettissimi di tempo, 10-20 giorni, e questo non è consentito dalle norme di Google.
Come se non bastasse, tra le recensioni si leggono anche minacce per ottenere i soldi indietro sui clienti in ritardo con i pagamenti. Facendo i conti in tasca, si vede come quasi 10 milioni di dollari siano stati ceduti ad un’azienda terza, sempre di proprietà del CEO di Opera, altri 30 milioni in un’app karaoke e altri 31 per una società antivirus tutte di proprietà del CEO di Opera e un dirigente di Opera.
Lascia un commento
Visualizza commenti