Piracy Shield: L’Agcom bloccherà non solo i provider ma anche VPN, DNS pubblici e motori di ricerca

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Si avvia il blocco totale contro il calcio pirata e tutti i “pezzotti”. Dal 2024 il blocco sarà per tutti, non solo i provider ma anche le VPN dovranno attivare i blocchi

Agcom ha pubblicato il documento ufficiale sulla piattaforma Piracy Shield che di fatto mette nero su bianco chi dovrà applicare i blocchi sui flussi video pirata e le regole sono state chiare. E’ blocco totale senza esclusioni di servizi, piattaforme ed enti che dovranno registrarsi alla piattaforma e bloccare i flussi direttamente sugli IP segnalati.

I soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, nel caso in cui non siano coinvolti nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali, provvedono comunque ad adottare tutte le misure tecniche utili ad ostacolare la visibilità dei contenuti illeciti, tra le quali in ogni caso la deindicizzazione dai motori di ricerca di tutti i nomi di dominio oggetto degli ordini di blocco dell’Autorità ivi inclusi i nomi di dominio oggetto delle segnalazioni effettuate per il tramite della piattaforma.

Il polverone è stato alzato da tutti i provider ma Agcom ha stabilito che il blocco dovrà essere implementato da tutti, non solo i provider, ma il blocco dovrà essere applicato dai DNS pubblici ma anche dagli operatori VPN che operano in Italia dovranno bloccare i flussi video segnalati nella piattaforma.

Tutti questi enti hanno tempo fino al 31 gennaio 2024 per accreditarsi alla piattaforma e quindi applicare il blocco degli IP segnalati dentro la piattaforma. Una volta accreditati dall’1 febbraio dovranno bloccare gli IP in appena 30 minuti dalla segnalazione.

Il banco di prova sarà tra poco più un mese dove il blocco sarà pienamente operativo, sarà automatico, anche se i piccoli operatori chissà quanto ci metteranno per implementare questo blocco degli IP in modo automatico e almeno inizialmente dovranno bloccarli a mano.

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