I controller di Stadia continueranno a funzionare … se Google lo vorrà

Google Stadia Dispositivi

Stadia è ormai un progetto abbandonato. Da circa metà gennaio 2023 tutto smetterà di funzionare, ma forse c’è qualche speranza per il controller

Da metà gennaio prossimo, Stadia cesserà di funzionare, e con esso non solo la piattaforma verrà spenta, ma anche l’hardware smetterà di funzionare anche se c’è un grosso dubbio. Il controller di Google Stadia è un ottimo controller e forse potrebbe non morire.

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Google ha dichiarato morto il progetto Stadia, il cloud gaming ancora non è pronto e con esso non solo si chiuderanno tutti i servizi ma anche l’hardware dedicato di fatto morirà. C’è però un metodo per utilizzare i controller di Google Stadia per altre attività.

Infatti il controller di Stadia, quello dedicato, è un semplice joypad con connettività bluetooth che però, per volontà di Google è bloccato e non può essere utilizzato in maniera aperta ma solo per giocare a Stadia.

Google ha già annunciato un piano di rimborsi per chi ha comprato l’hardware di Google Stadia, ma potrebbe anche far felici molti utenti possessori del controller di Google Stadia sbloccando il bluetooth e renderlo libero per collegarsi con altri dispositivi.

Infatti se nel bundle hardware, le Chromecast Ultra si possono riutilizzare senza problemi, i controller con il bluetooth bloccato sono inutilizzabili. Google potrebbe però rilasciare un aggiornamento firmware per sistemare le cose e sbloccare il bluetooth.

Infatti come si legge sul sito di supporto ufficiale, il bluetooth classic può essere sbloccato direttamente da Google in poco tempo e quindi dare un futuro almeno ai controller che potrebbero essere riutilizzati su altri PC o altre console. 

Beh, che l’avventura di Google Stadia dovesse finire era nell’aria da tempo, ma almeno Google ci ha provato. Il tonfo è pazzesco, ma le console Next Gen e il loro ecosistema, fatto anche di cloud gaming, ha vinto su tutti, forse Sony e Microsoft sono davvero inarrivabili nel mondo del gaming ma Google voleva farne parte con la sua piattaforma.

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