Scopri perché l’FBI indaga su Archive.today, le possibili accuse di copyright, scraping e privacy e le implicazioni geopolitiche per la libertà digitale
Che cos’è Archive.today e perché è controverso
Archive.today è un servizio di archiviazione del web che permette di salvare copie permanenti di pagine online senza limitazioni, ignorando i vincoli del file robots.txt e senza consentire ai siti di opporsi alla memorizzazione dei propri contenuti.
A differenza della più nota Wayback Machine di Internet Archive, questo archivio opera con poche regole e massima libertà e lo dimostra il fatto che negli ultimi anni ha cambiato diverse volte dominio, inseguito dalle autorità.
Per molti utenti, questa caratteristica rappresenta una tutela contro censura, manipolazione e revisioni della storia digitale. Tuttavia, numerose testate lo accusano di favorire l’accesso gratuito a contenuti protetti, aggirando i paywall e violando potenzialmente i diritti d’autore.

Nonostante le contestazioni, il progetto è rimasto attivo grazie a un’infrastruttura distribuita e a una gestione anonima, che ne rende difficile il controllo e ne alimenta il fascino e il mistero. Ma forse qualcosa sta cambiando.
Il “warrant canary” e l’intervento dell’FBI
La vicenda è esplosa quando l’account ufficiale di Archive.today ha pubblicato un messaggio enigmatico: “Canary”, accompagnato da un PDF. In ambito digitale, un warrant canary è un metodo indiretto con cui un servizio segnala di aver ricevuto richieste da un’Autorità governativa senza infrangere il silenzio imposto dalla legge.
Il documento collegato parrebbe contenere un’ordinanza che autorizza l’FBI a richiedere dati personali e tecnici dell’intestatario del dominio Archive.today al provider Tucows. Tra le informazioni incluse figurerebbero indirizzi, log di accesso e dati di pagamento, ma l’autenticità del documento non è ancora confermata.
Perché l’FBI indaga su Archive.today
Secondo diverse analisi, le motivazioni dell’indagine potrebbero essere molteplici:
- Violazioni del copyright elusione sistematica dei paywall e memorizzazione di contenuti protetti, potenzialmente in violazione del DMCA.
- Scraping aggressivo l’uso di bot con IP variabili per aggirare le difese dei siti, possibile abuso informatico.
- Origine oscura e finanziamento opaco alcune ipotesi indicano legami con Russia o con attività di intelligence, elementi che aumentano l’interesse governativo.
Le dimensioni transnazionali del servizio rendono complessa qualsiasi azione coercitiva.
Implicazioni legali, geopolitiche e digitali
Il caso Archive.today mette in evidenza il conflitto tra libertà digitale, sovranità statale e cooperative giudiziarie. Se i dati del dominio venissero consegnati, si creerebbe un precedente pericoloso, permettendo agli Stati Uniti di ottenere informazioni su servizi globali senza presenza legale nel Paese.
Un eventuale legame con la Russia darebbe alla vicenda una dimensione geopolitica, in un momento di crescente rivalità digitale. La controversia riaccende il dibattito su chi detiene il potere di preservare la memoria del Web:
- da una parte archivi trasparenti e regolamentati come Wayback Machine;
- dall’altra sistemi più liberi ma opachi, come Archive.today.
Il bilanciamento tra diritto all’informazione e rispetto della legge è sempre più fragile. La rivelazione dell’identità dietro Archive.today potrebbe segnare la fine di un’epoca, quella in cui l’anonimato tecnico consentiva a una singola entità di salvare la storia digitale mondiale.
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