Il Ministero dei Trasporti ha pubblicato l’elenco ufficiale degli autovelox attivi in Italia. I dispositivi non registrati sono stati spenti e le multe potrebbero essere annullate. Scopri quanti autovelox sono attivi, chi li gestisce e cosa cambia per automobilisti e amministrazioni
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato online l’elenco ufficiale degli autovelox attivi in Italia, risultato di un censimento nazionale concluso a fine novembre 2025. Questo archivio, accessibile da chiunque, rappresenta una svolta significativa nella gestione dei sistemi di rilevazione della velocità e nel rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini.
Il censimento ha coinvolto Comuni, Prefetture e forze dell’ordine, che erano legalmente obbligati a inserire i dati di ogni dispositivo. Tra le informazioni richieste figuravano marca, modello, matricola, software, chilometraggio esatto, direzione di marcia, oltre agli estremi di approvazione e omologazione ministeriale.
Obbligo di spegnimento per i dispositivi non registrati
Dal 30 novembre, tutti gli enti che non hanno inserito i dati nella piattaforma ministeriale hanno dovuto spegnere gli autovelox. Ciò comporta una conseguenza cruciale le multe emesse da dispositivi non censiti possono essere annullate, perché ritenute illegittime.

L’obbligo di censimento nasce da una sentenza della Cassazione del 2024, che aveva stabilito la nullità delle sanzioni rilevate da apparecchi semplicemente approvati ma non omologati. Una distinzione tecnica che ha avuto un impatto pratico enorme, generando migliaia di ricorsi in tutta Italia.
Per evitare nuove contestazioni, ogni amministrazione ha dovuto documentare dettagliatamente la regolarità tecnica e giuridica degli strumenti utilizzati. Questo ha comportato che molti autovelox siano stati messi offline.
Un archivio sempre aggiornato e trasparente
L’elenco ufficiale degli autovelox sarà aggiornato regolarmente:
- Inserimento di nuovi impianti
- Segnalazione di spostamenti
- Rimozioni
- Correzione di errori
Sebbene il file pubblico non indichi la posizione chilometrica esatta degli autovelox, riporta il codice catastale del Comune e l’ente responsabile. Ciò permette agli automobilisti di verificare se il dispositivo che ha rilevato la violazione sia effettivamente presente nell’elenco.
In caso contrario, la multa è contestabile.
Numeri aggiornati degli autovelox censiti
Secondo i dati elaborati da ASAPS e dall’Associazione Lorenzo Guarnieri, in Italia risultano 3.625 dispositivi censiti, un numero lontano dai 13.000 stimati in precedenza. La ripartizione è la seguente:
- 3.038 gestiti da Polizie Locali, Provinciali e Città Metropolitane
- 586 in dotazione alla Polizia Stradale, compresi tutor autostradali
- 1 apparecchio dichiarato dall’Arma dei Carabinieri
Questi numeri raccontano un panorama meno esteso di quanto percepito e sottolineano l’importanza della trasparenza istituzionale sui sistemi di controllo della velocità. Numeri importanti, ma non come anticipato.
Cosa cambia per gli automobilisti
La pubblicazione dell’elenco rappresenta una misura di chiarezza e tutela legale per i cittadini. Chi riceve una multa può verificare se l’autovelox che l’ha registrata sia presente nel database ufficiale ed in caso contrario, la sanzione può essere impugnata.
Allo stesso tempo, il censimento impone alle amministrazioni standard più elevati di gestione, manutenzione e trasparenza, riducendo il rischio di contenziosi e garantendo un uso corretto dei sistemi di controllo stradale.
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