Amazon lancia Amazon Leo, il nuovo servizio Internet satellitare in orbita bassa. 3.000 satelliti per competere con Starlink e portare connessione ovunque
Amazon ufficializza il suo progetto di connettività satellitare Project Kuiper cambia nome e diventa Amazon Leo, un brand che chiarisce subito la tecnologia alla base del servizio. “Leo” non rimanda al segno zodiacale, ma all’acronimo LEO (Low-Earth Orbit), che indica le orbite terrestri basse situate entro i 2.000 km di altitudine.
È esattamente in questa fascia orbitale che Amazon sta costruendo la sua costellazione spaziale, già composta da 153 satelliti operativi. Il precedente nome “Kuiper” evocava invece la Fascia di Kuiper, posta ben oltre l’orbita di Nettuno e popolata da corpi ghiacciati: un riferimento suggestivo ma poco immediato per spiegare la natura del servizio.
Con Amazon Leo, l’azienda di Jeff Bezos punta a un’identità più chiara, orientata alla comunicazione globale, alla connettività e alla competizione diretta con il leader del settore: Starlink di SpaceX.
3.000 satelliti in arrivo: Amazon Leo accelera per colmare il gap con Starlink
Il piano industriale di Amazon prevede il lancio di circa 3.000 satelliti Leo, un numero importante ma ancora lontano dall’incredibile primato di Starlink, che ha recentemente superato i 10.000 satelliti attivi.
Ad oggi, Amazon ha portato in orbita 72 nuovi satelliti grazie a sei lanci, di cui tre effettuati proprio da razzi Falcon 9 di SpaceX. Una curiosità che dimostra quanto, nel settore spaziale, la concorrenza possa trasformarsi in collaborazione per necessità logistiche.
Nonostante il divario numerico, Amazon vuole accelerare e posizionarsi come il secondo grande operatore globale dell’Internet satellitare, offrendo un servizio alternativo a Starlink e potenzialmente più integrato con l’ecosistema Amazon.
Connettività globale: vantaggi e rischi di una nuova costellazione
L’obiettivo dichiarato di Amazon Leo è aumentare la disponibilità di Internet veloce nelle aree rurali, remote o isolate, dove le infrastrutture tradizionali non arrivano o non sono economicamente sostenibili.
Una missione identica a quella perseguita da Starlink negli ultimi anni, e che potrebbe portare benefici significativi a milioni di utenti, aziende agricole, aree montane e regioni in via di sviluppo.
Tuttavia, questa corsa allo spazio non è priva di conseguenze. L’aumento delle costellazioni in orbita bassa comporta la proliferazione di detriti spaziali, con il rischio di collisioni che potrebbero compromettere non solo le missioni satellitari ma anche quelle con equipaggio umano.
Astronomi e osservatori scientifici sono già preoccupati per l’effetto delle scie luminose provocate dai satelliti, che interferiscono con l’osservazione del cielo notturno e con importanti studi astronomici.
Un rebranding utile e strategico
Il cambio di nome da Project Kuiper ad Amazon Leo non è solo una mossa estetica: rappresenta un passo verso la commercializzazione ufficiale del servizio. Il nuovo brand è più semplice, immediato e coerente con l’idea di una rete orbitale in orbita bassa, perfetto per un prodotto che mira a diventare mainstream nei prossimi anni.
Con Amazon Leo, il colosso di Seattle vuole entrare da protagonista nel mercato dell’Internet satellitare globale, un settore destinato a crescere rapidamente e a diventare cruciale per colmare il divario digitale.
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