Parte dalla California una chiara posizione sulle pubblicità troppo rumorose. Ora a volume più basso
Vi è mai capitato di essere sorpresi da una pubblicità troppo rumorosa su un servizio di streaming? Quei giorni finiranno presto, almeno se vivete in California. Una nuova legge imporrà agli spot pubblicitari di mantenere basso il volume sui servizi di streaming.
Il governatore della California Gavin Newsom ha firmato il disegno di legge 576 del Senato, presentato dal senatore Thomas Umberg a febbraio. Il disegno di legge in questione regolerà il volume massimo consentito per una pubblicità sui servizi di streaming, come Netflix, Disney Plus, Prime Video e YouTube.
Nello specifico, gli spot pubblicitari non potranno avere un volume superiore a quello del contenuto video principale visualizzato. “Abbiamo ascoltato forte e chiaro i californiani, e ciò che è chiaro è che non vogliono pubblicità a un volume più alto di quello a cui si godevano un programma in precedenza“, ha dichiarato il Governatore Newsom.
Il precedente disegno di legge si basa sul Commercial Advertisement Loudness Mitigation (CALM) Act, approvato nel 2010. In precedenza, la legge si applicava solo alle emittenti televisive e agli operatori via cavo.
Con questo nuovo disegno di legge, la legge includerà ora anche i servizi di streaming, a partire dal 1° luglio 2026. Forse vi starete chiedendo cosa abbia spinto alla creazione di questo disegno di legge.
Sembra che sia stato elaborato in risposta a una lamentela di un membro dello staff di Umberg in merito al crescente volume di pubblicità che disturbava il sonno dei loro figli. In una dichiarazione successiva alla promulgazione del disegno di legge, il senatore Umberg ha dichiarato:
Questo disegno di legge è stato ispirato dalla piccola Samantha e da ogni genitore esausto che è finalmente riuscito a far addormentare un bambino, solo per ritrovarsi con una pubblicità in streaming a tutto volume che vanifica tutto quel duro lavoro.
Considerando che la California tende a dettare il tono dell’industria dell’intrattenimento statunitense, è possibile che altri stati possano seguire l’esempio della California. Magari anche dalle nostre parti prima o poi si sentirà parlare di questo problema, che sicuramente è anche nostro.
